Come scegliere la muta

Come scegliere la muta

17 Ottobre 2018 1 Di Manuel

Benvenuti nella giungla delle mute!

Con tanta scelta oggi scegliere la muta non è affatto facile. Ogni marchio produce decine di modelli diversi per costruzione, spessore e utilizzo.

Con questa piccola guida cercheremo di conoscere i vari modelli, i materiali e le “tecnologie” costruttive usate nelle mute. Se vuoi un consiglio rapido per scegliere la tua muta  e accessori abbiamo creato una tabella per scegliere la muta da surf

La prima domanda che vi dovete fare è: in che temperatura voglio utilizzare la muta?

Spessore?

Il principale parametro nella scelta della muta è propriolo spessore.

2

3/2

4/3

5/4 ecc.

Questi numeri indicano semplicemente lo spessore del neoprene in mm, ma come avrete notato ci sono casi in cui i numeri sono 2 ad esempio 3/2. In questi casi significa che la muta è composta da zone più spesse (3mm in questo esempio) e zone più sottili (2mm nell’esempio della 3/2). In questo modo nelle parti come petto spalle e reni si può avere uno spessore maggiore garantendo il calore necessario mentre in zone come le “ascelle” le braccia o altro viene utilizzato uno spessore minore per garantire la massima mobilità.

Normalmente le mute da 2mm sono per utilizzo estivo o comunque temperature medio alte, le 3/2 e 4/3 sono mute per la cosiddetta mezza stagione, mentre dai 5mm in su sono considerate mute invernali.

In realtà ogni produttore usa tecnologie e tipi di neoprene diverso, quindi dare una regola per tutti è impossibile. La via migliore è quella di farsi consigliare da un esperto oppure leggere le temperature di utilizzo che consiglia il produttore stesso.

Tipi di neoprene

In commercio esistono svariati tipi di neoprene ma possiamo identificare due macrocategorie comuni a tutti:

Monofoderato: il neoprene foderato e morbido all’interno ma liscio all’esterno. E’ un neoprene che non assorbe acqua e per questo risulta molto caldo limitando al raffreddamento dovuto al vento. Per questo è molto usato nelle mute da kite e windsurf. Tuttavia questo neoprene si può taglira facilmente e tende a limitare i movimenti.

Bifoderato: Sempre più usato è un neoprene foderato sia esternamente che internamente. Ha il massimo della flessibilità, è molto resistente, ma rispetto al precedente tende a raffreddarsi più velocemente se esposto al vento. Per questo è usatissimo nelle mute da surf ma meno usato in quelle da kite e windsurf.

Oggi le mute totalmente composte in uno o nell’altro neoprene sono rimaste poche. La maggior parte delle mute sono dei “mix” con zone in monofoderato e altre in bifoderato.

Esistono poi evoluzioni dei due classici tipi di neoprene come l’ Airprene

Airprene è la nuova frontiera del neoprene, è costituito da neoprene normalmente monofoderato che racchiude una struttura a nido d’ape. In questo modo tra i due strati di neopene si crea una camera di aria che offre il massimo isolamento termico. E’ usato soprattutto nelle parti dove è più importante mantenere il calore, ma al momento non esistono mute completamente realizzate con questa tecnologia a causa anche del costo.

 

Il taglio della muta

Shorty (gamba corta manica corta)

Sono mute prettamente estive con spessori dai 2 ai 3 mm ideali per temperature intorno ai 20 °C

Full (gamba lunga manica lunga) sono le mute più diffuse e in questa categoria troviamo tutte le mute da quelle da mezza stagione a quelle invernali.

Shortarm (gamba lunga manica corta) mute estive o da mezza stagione mantengono più calda la zona delle gambe.

Shortleg (gamba corta manica lunga) estive o da mezza stagione mantengono più calda la parte superiore. Sono diffuse nel kite e windsurf dove c’è un maggiore rafreddamento nella parte superiore.

Overknee (gamba a 3/4) molto simili a mute full come utilizzo, evitano l’entrata di acqua dalle caviglie nel kite e windsurf. Questa si crea con gli schizzi generati dalle tavole nella zona heelside.

 

Drysuit o semidry?

Muta stagna semistagna?

Nelle mute invernali chiaramente meno acqua entra e più è facile mantenere il calore. In linea con questo ragionamento le mute stagne rappresentano la soluzione più calda, ma non per questo la più comoda.

Le mute stagne fermano al 100% l’acqua grazie a speciali tipi di nylon abbinati a manicotti in lattice nei polsi, collo e caviglie che la rendono perfettamente stagna… o quasi. Avendo uno spessore piuttosto sottile però non mantengono il calore e costringono all’utilizzo di strati interni. In pratica se è molto freddo ci dobbiamo vestire sotto con tute e altro. Inoltre essendo perfettamente stagne impediscono che il calore e sudore generato all’interno esca producendo condensa e raffreddamento.

Storicamente erano facilmente riconoscibili in quanto erano cerate (se ne vedono spesso nel mondo della vela), ma oggi esistono anche mute stagne in neoprene.  Le drysuit sono mute per i climi più rigidi. Isolano completamente il rider dall’acqua ma hanno alcuni effetti indesiderati. Non avendo traspirazione infatti preparatevi a fare delle belle sudate e per questo prevedete abbigliamento tecnico sotto di esse.  Sono usate solo nel kite e windsurf e assolutamente sconsigliate per il surf.

Muta stagna “cerata” O’neill

 

Muta stagna in neoprene Mystic

Le semidry sono invece mute in neoprene ma con cuciture perfettamente stagne e spesso anche zip stagne.In questo modo l’unico apporto di acqua può arrivare dai vari passaggi di collo, caviglie e polsi. In pratica ci si bagna solo in caso di violente cadute in acqua, ma come è entrata l’acqua uscirà dal punto più basso.

Oggi esistono, anche se poco diffuse, mute stagne in neoprene che cercano di unire i vantaggi di una e dell’altra. Tuttavia non hanno avuto molto successo a causa dell’ingombro e del fatto che non hanno grandi differenze dalle normali drysuit.

 

Cuciture… ma non solo!

Tra le rifiniture che fanno la differenza tra le mute ci sono le cuciture.

Da una normale cucitura infatti entra acqua a causa dei fori di passaggio del filo, così per ridurre l’entrata di acqua si possono adottare particolari cuciture e rifiniture:

Overlock: cuciture molto usate in passato ma di bassa qualità a causa dei molti fori necessari nel neoprene e della limitazione della flessibilità.

Flatlock: i pannelli di neoprene vengono lavorati in modo da essere sovrapposti e ampliare la superficie di contatto nei punti di accoppiamento, poi cuciti con una speciale tecnica come in figura. Offrono maggiore flessibilità ma lasciano trapelare acqua.

Blindstitch: Una delle cuciture più diffuse nelle mute di qualità. I pannelli sono incollati tra loro e poi cuciti con un punto che offre un’ottima resistenza ma con poche forature. Questa a sua volta può essere migliorata con l’aggiunta di nastrature o spalmature interne ed esterne.

Sono una soluzione più costosa ma riducono al minimo l’entrata di acqua, durano nel tempo e sono più comode grazie alla flessibilità.

Nastrature e liquid seams: negli ultimi anni l’incollaggio di nastrature ulteriori ha migliorato tantissimo la tenuta delle mute. Oltre alle taped seam cioè le cuciture con una nastratura esterna, la più recente e sorprendente novità sono state le liquid seams. Sopra le cuciture viene applicata una spalmatura siliconica che azzera totalmente l’infiltrazione di acqua. Queste possono essere applicate esternamente, internalmente o da entrambi i lati. Le liquid seams sono sempre più usate perché non limitano la flessibilità ed hanno un’ottima durata nel tempo.

 

Chesty o back zip?

Perché dovrei scegliere una muta con zip chesty piuttosto che back zip?

Le mute chesty sono quelle che si vestono dall’alto con una sola zip normalmente in corrispondenza del collo. Sono più difficili da mettere ma offrono una grande mobilità e risultano molto calde. Non avendo la zip dietro non hanno infiltrazione di acqua nella zona della schiena. Sono molto apprezzate nel surf dove nuotando molto si esige il massimo dei movimenti nella parte superiore del corpo.

Le mute backzip rimangono tuttavia le più diffuse in quanto hanno una costruzione più semplice che ne permette l’utilizzo su tutti i modelli. Sono facili e veloci da vestire e non esigono costruzioni particolari.