Parliamo di skatepark

Parliamo di skatepark

7 Gennaio 2024 0 Di Manuel

Oggi parliamo di skatepark.

Se abiti in una città che non ha uno skatepark di solito la questione è molto semplice. Tu e tutti gli appassionati locali chiedete al comune che ne sia realizzato uno e il comune si chiede: “perché dovrei investire in una struttura simile?”

Quanti Skatepark ci sono in Italia?

Mentre scrivo in Italia stanno nascendo come funghi un sacco di skatepark anche nei posti più impensabili. Un dato molto positivo che deve molto alla recente introduzione dello skate tra gli sport olimpici. Ad oggi si contano in Italia circa 250 skatepark (fonte weareskate.com) e il dato sta crescendo. Tuttavia la situazione sul territorio è ancora  molto disomogenea. Se da una parte troviamo città come Milano che contano oltre 12 Skatepark dall’altra ci sono molte città che non ne hanno. Alcune piccole città chiamano skatepark delle piccole aree destinate a tale scopo ma non basta un recinto e un pò di cemento per fare uno skatepark. Serve uno spazio proporzionato alla sua popolazione, o quantomeno ai suoi potenziali utilizzatori, servono delle strutture fatte con criterio, servizi adeguati, manutenzione e cura di tale spazio. Non si può fare un skatepark comunale e lasciarlo allo sbando senza nessuno incaricato di pulirlo e prendersene cura.

Il piccolo skatepark di una nota città abbandonato a se stesso. Dopo solo 5 anni dalla realizzazione.

Skatepark da incubo e Skatepark da sogno

Qui sopra vedete una foto di come si può ridurre uno skatepark  in soli 5 anni se non  ci sono i giusti presupposti. Non citerò la città perché è solo un esempio e non è il mio scopo fare inutili polemiche. Come questa potrei pubblicare altre 100 foto di impianti in condizioni simili. La questione è capire cosa si è sbagliato, perché non si ripeta lo stesso.

Qui sotto al contrario una delle mie strutture preferite. Si chiama Jurassic skatepark e si trova a Cesena. Non è uno dei miei skatepark favoriti per la qualità delle strutture, né per la sua grandezza. E’ tra i miei favoriti perché lo ritengo un vero e proprio esempio, dalla a alla zeta. Dalla realizzazione, alla posizione, dalla gestione, ai servizi. Il Jurassic si trova all’interno di un parco comunale, una bellissima area verde tra il centro sportivo e la zona residenziale. Non ha case costruite a ridosso e per questo non infastidisce in maniera diretta la quiete delle abitazioni. Non è recintato, è aperto a tutti, sempre. E’ illuminato e perciò utilizzabile anche alla sera. Qui ogni giorno il personale ambientale si occupa di pulire l’area come fa per il resto del parco. Circa una volta all’anno potete trovarlo chiuso per qualche giorno perché viene fatta una manutenzione straordinaria per mantenerlo in ordine nel tempo.

Il Jurassi Skatepark di Cesena. Dopo oltre 10 anni dalla sua costruzione.

Il mio punto di vista

Negli anni ho visto numerosi skatepark e strutture al coperto. Ho intervistato diversi “gestori” di queste strutture come i ragazzi di Rock & Ride Modena e l’ho fatto per capire quali sono le strade vincenti per raggiungere questo obiettivo. Noi skaters, soprattutto quando siamo giovani tendiamo a dare tutta la colpa ai comuni. Chiediamo al comune che ci faccia uno skatepark e se non arriva TAC! Ce la prendiamo con il sindaco, con l’assessore o qualche altro interlocutore con il quale ci siamo confrontati. Quello che ho potuto scoprire dalle esperienze vincenti tuttavia è che è vero che ci sono comuni molto più aperti e collaborativi di altri su questo tema, ma ciò che fa la differenza è la comunità degli skaters che si muove, come si muove e per quanto tempo si muove. Le persone quindi fanno la differenza.

Quello che spesso manca è la mancanza di coesione, di un ideale comune,  la mancanza di coerenza nel tempo. Oggi regna l’individualismo. Ognuno di noi pensa solo al suo orticello e invidia ciò che ha l’altro. Del resto questo ci hanno insegnato negli ultimi anni, questo ci insegnano i media i guru e gli influencer, Fot**i il prossimo e diventa ricco. Ops mi è venuto fuori lo skater scusate.

Tornando a noi quello che spesso manca è lo spirito di associazionismo. E’ normale che ognuno di noi veda la cose a modo suo ed ognuno do noi sia diverso dagli altri. Questo è sano, è bello ed è perfettamente nella filosofia dello skate e della “cultura street”. Tuttavia quando tutti abbiamo uno stesso scopo, uno stesso obiettivo o ideale, è il momento di mettere da parte l’individualismo, le antipatie e i preconcetti. Voglio uno skatepark? Bene, il mio concittadino antipatico vuole uno skatepark? Ottimo, sai cosa ti dico? Mi stai antipatico ma  sono con te! Presi singolarmente non siamo niente. Presi in gruppo siamo qualcosa. Tutti insieme siamo inarrestabili. 

Le regole d’oro

Analizziamo allora quali sono gli “ingredienti” che secondo la mia esperienza fanno la differenza.

Lo skatepark ideale:

  • Non ha case costruite a ridosso e per questo non infastidisce in maniera diretta la quiete delle abitazioni.
  • E’ pubblico, non è recintato, è aperto a tutti, sempre.
  • E’ illuminato e perciò utilizzabile anche alla sera.
  • Ogni giorno il personale ambientale si occupa di pulire l’area come fa per il resto del parco.
  • Una volta all’anno potete trovarlo chiuso per qualche giorno perché viene fatta una manutenzione straordinaria per mantenerlo in ordine nel tempo.
  • Al suo interno opera almeno un’associazione che si occupa di promuovere le attività come eventi, corsi e attività sociali.

 

Concludendo, se anche tu vuoi uno skatepark nella tua città, vorresti ampliare quello attuale, farne uno indoor ecc, la prima cosa da fare è cercare di mettere insieme tutte le persone che hanno il tuo stesso interesse. Se sei ricco la soluzione è rapidissima, compra un pezzo di terra e costruisci il tuo skatepark. Se non sei ricco avrai bisogno di “compagni”. Persone come te che hanno lo stesso sogno. Fate un’associazione e cominciate a fare attività. Fate quello che vi piace, fatevi federe, create eventi, raccolte firme (che non servono quasi mai a niente ma fa tutto rumore),  e non pretendete che si muova qualcosa velocemente. La politica e la burocrazia in Italia hanno tempi lenti, molto lenti. Se questa cosa ti fa incavolare sappi che ti capisco e conosco la tua frustrazione. Cercate di dare continuità al gruppo perché questo è ciò che ha fermato la maggior parte dei progetti. Create progetti concreti e cercate di capire di cosa hanno bisogno le persone con cui vi confrontate e alle quali chiedete collaborazione.

In bocca al lupo. Ci vediamo all’innaugurazione!